La tensione nervosa è causa di un malessere generalizzato nelle persone, spesso si associa a dolori muscolari, ma perlopiù è una condizione con cui impariamo a conviverci, e ad un certo punto, non ne siamo più consapevoli. La tensione nervosa è la conseguenza dell’azione della nostra mente sul corpo fisico: le nostre preoccupazioni, paure, allerte, arrabbiature, difficoltà varie della vita quotidiana, creano nella muscolatura della mandibola, del collo, delle spalle, della schiena un irrigidimento che subito percepito come sgradevole e riconoscibile, dopo un po’ diventa una condizione di normalità per il soggetto che ne perde gradualmente consapevolezza.
La parte alta del corpo assume in questo caso, una postura particolare, le spalle sembrano restare sempre alzate, non si rilassano mai, come se dovessero sorreggere un peso, spesso sono cosi vicine alle orecchie da toccarle, il collo è contratto e rigido e la persona sembra ingessata, ha perso fluidità nel movimento e di solito questa condizione fisica è anche psicologica. Il problema è la perdita di consapevolezza di questo stato: dopo un po’ la tensione diventa una condizione che il soggetto sente come normale, quando gli si dice : “rilassa le spalle”, solo allora si accorge di averle alzate inutilmente. Questo meccanismo può degenerare piano piano, trasformandosi in vero e proprio dolore, fino a bloccare o quasi, i muscoli, i nervi e i tendini coinvolti nel movimento.
Ogni area bloccata dalla tensione nervosa corrisponde ad un atteggiamento mentale che si sta insinuando e stabilizzando del quale è meglio essere consapevoli.
Con la rigidità del collo si sta instaurando la difficoltà di voltare la testa a destra o a sinistra, pertanto psicologicamente “si tende a tirare dritto” cioè a resistere, a rimanere fermi sulla strada o sulla modalità intrapresa senza più considerare che si sono altre vie, altre possibilità.
La rigidità delle spalle indica la “possessione” dell’archetipo del Atlante, un Titano della mitologia Greca, che deve subire la punizione di Zeus, portando la grande palla della volta celeste sulle sue spalle. E’ tipico di quando sentiamo un enorme peso di responsabilità per la nostra famiglia o per l’azienda o per altri motivi, abbiamo l’idea che tutto dipenda da noi, di solito associata a questo cognizione c’è anche l’idea di aver tutto sotto controllo, una sorta di “delirio” di onnipotenza che è deleterio per la psiche. Qui occorre cambiare mentalità altrimenti il dolore si cronicizza.
La tensione mandibolare invece è legata all’espressione della propria aggressività. Il soggetto che ha inconsapevolmente la mandibola sempre tesa è arrabbiato, dentro di sé, per qualche motivo, non può permettersi di “sbranare”, di “azzannare” o semplicemente di prendersi quello che è giusto (o ritiene lo sia), spesso pensa che non sia neppure il caso di esprimersi con il diretto interessato, perché il livello di rabbia sarebbe cosi alto che rischierebbe di far peggio. Allora sceglie di star zitto, ma cosi facendo, la rabbia continua a salire. Anche il questo caso quando nel rilassamento dico “rilassa la mandibola” la persona si rende conto che sta “stringendo i denti“, e questa è un altra interessante interpretazione: sta cioè resistendo ad una situazione che dovrebbe cambiare ma per cui magari non vede le soluzioni o non le ha cercate perché teme che non ci siano.
(La tensione al dorso la tratteremo in un altro articolo perché molto più complessa).
Cosa fare?
1-Partire dal corpo: possiamo andare dal fisioterapista a farci sciogliere un po’ giusto per iniziare a star meglio, e questo è molto utile non solo perché allevia il dolore ma anche perché spesso lo stesso FKT vi rimanda una percezione del vostro corpo che voi avete perduto.
2- Comprendere: il FKT vi “smolla” per un po’, ma se l’atteggiamento mentale di fondo rimane lo stesso, tornerete infinite volte dal FKT, ma non risolverete la situazione perché la tensione torna. E’ importante che la persona prima di tutto si renda conto della tensione che ha, quali muscoli sono coinvolti, poi che capisca cosa la sta creando, con chi o che cosa ha necessità di risolvere, e infine trovi un modo civile di comunicare il problema al diretto interessato, modifichi le sue cognizioni, il suo atteggiamento, diventi più consapevole del suo corpo e dei problemi psichici annessi e trovi il modo di allentare quotidianamente la tensione fino a trovare un nuovo equilibrio.
3-Tecniche di rilassamento: le tecniche di rilassamento sono importanti sia per percepire meglio il proprio corpo e i vari distretti muscolari, sia per rilassarli. Io uso tecniche varie perché ritengo che ogni paziente debba trovare quella che gli si addice e che sente abbastanza semplice da fare anche in autonomia. Quella che prediligo è il Rilassamento progressivo di Jacobson, che uso molto anche con gli atleti e le persone iper-razionali, perché è un lavoro prettamente fisico che aumenta la propriocezione dei distretti muscolari e della loro tensione e va ad agire in specifico sui muscoli che sono coinvolti.
4-Auto-ipnosi: è la tecnica che preferisco in assoluto perché è quella che lavora sia sul piano fisico che a livello subconscio, è molto semplice da fare, quando il soggetto l’ha appresa per bene, inoltre è anche ricaricante e ristrutturante per tutto l’organismo, è come andare 20 min in vacanza ogni giorno.
5- Evoluzione spirituale: un altro interessante lavoro terapeutico può essere fatto sul piano spirituale, poiché questo tipo di tensione nervosa è tipica di periodi della vita in cui siamo troppo legati e/o preoccupati delle cose materiali e abbiamo paura di perdere ciò che abbiamo raggiunto da un punto di vista affettivo, economico ecc.. E’ giunto il momento quindi di fare un passaggio anche “spirituale”, non intendo religioso, perché una persona può essere credente e praticante, ma non essere più in contatto con l’estasi del divino e non fidarsi del trascendente, la sua fede è allora meccanica e svuotata di senso religioso e spirituale. La tensione corrisponde a paura di perdere, la spiritualità è la fiducia che tutto ciò che ci accade ha un senso per noi, anche se non lo vediamo subito. Il passaggio spirituale è quindi un cambiamento radicale di prospettiva, è una “metanoia”.
In conclusione, possiamo liberarci dalla morsa della tensione nervosa, facendo un lavoro completo che coinvolga il corpo, la mente ( pensieri, credenze, atteggiamenti), la psiche ( emozioni e sentimenti), e se vogliamo anche lo spirito ( la parte trascendente), solo cosi riusciremo a vivere in modo più consapevole e con maggiori strumenti a nostra disposizione per migliorare la nostra condizione psicofisica.
Per appuntamento dr.ssa Pasin Emanuela tel. 333.9679689