Crisi di coppia: Perché non cambi tu?

Dopo anni di convivenza, il partner comincia ad annoiarci, chissà perché lo vorremmo diverso da com’è o da com’è diventato. Cominciamo a lottare invano per convincerlo a cambiare comportamenti, idee, abitudini, o sprechiamo energie a lamentarci, o a provare più o meno segretamente rabbia perché non è conforme alle nostre nuove aspettative.  A volte pensiamo (o arriviamo a dire) frasi sgradevoli del tipo: “tua madre è proprio impossibile e tu sei un/a incapace, non riesci mai a bloccarla!!”, oppure “ non hai mai tempo per noi, per te viene prima il lavoro, gli amici/e e poi il resto…”, “se fosse per te faremmo le radici a casa: che noia!”, “sei diventato un poltrone…”oppure “sei diventata sciatta, grassa e brutta…”… in questo modo ricolmiamo il nostro cuore di rabbia, acredine e rancore e senza mai risolvere il problema, che sicuramente esiste. Di solito in tale situazioni la donna si lamenta, diventa “brontolona”, acida, insopportabile, o si chiude in forme di depressione o di tristezza, apatia, abulia e mancanza di desiderio.  Il maschio invece accumula risentimento in silenzio nel tempo, piuttosto si allontana, si distrae, si dedica ad altro evitando discussioni, ignorando ciò che gli manca o compensandosi da un’altra parte, oppure diventa direttivo e impone le sue decisioni e le sue idee in un clima decisamente poco democratico. In definitiva questi atteggiamenti, non solo non aiutano la coppia, ma possono anche logorare lentamente la comunicazione e irrigidire i rapporti fino a renderli freddi e aridi. Essi rivelano invece dei problemi di incomprensione che sono assolutamente normali e che affrontano tutte le coppie per crescere sia come individui che come coppia in sè. La comunicazione delle nostre idee e sentimenti, la comprensione dei bisogni è fondamentale perché la coppia continui ad evolvere e a rendere sempre più profonda la propria affettività. Cosa ci manca? Quali sono i nostri nuovi bisogni? Cosa abbiamo trascurato, sacrificato, minimizzato?

Arroccandoci ognuno sulle proprie posizioni difensive, diventiamo come due fortezze inespugnabili e ci sentiamo profondamente soli. A quel punto per risolvere la triste situazione pensiamo sia essenziale fare in modo che il partner cambi le sue opinioni, i pensieri, i suoi atteggiamenti a volte persino i suoi modi di fare e di essere che all’inizio della relazione ci andavano benissimo, anzi magari erano proprio le qualità che ci avevano colpito. Come mai ad un certo punto colui o colei che abbiamo tanto amato diventa l’essere più fastidioso o noioso che ci potesse mai capitare accanto?

Questo succede per una serie di interessanti motivi.

Innanzitutto, se da un po’ di tempo provate un sentimento simile, sappiate che è scattato un allarme rosso dentro di voi e si chiama: “Insoddisfazione personale”. Non è detto che il partner sia la causa, spesso è solo il capro espiatorio della nostra rabbia, solo perché siamo inconsapevoli e quindi incapaci di realizzarci e di evolvere secondo i nostri desideri, seguire il nostro daimon, la nostra anima.

Il tempo è passato e siamo cambiati, a volte non siamo neppure consapevoli di questo cambiamento profondo, di bisogni, di desideri, di necessità, di pensieri, di ideali, ciò che era importante dieci anni fa ora è irrilevante e viceversa. Siamo cambiati profondamente, ma forse non abbiamo il coraggio di accettare questi cambiamenti e magari di realizzarli fino infondo, perché abbiamo le nostre sacrosante resistenze, le nostre credenze limitanti, che abbiamo acquisito nella famiglia d’origine, che da adulti, vanno adattate alla nostra epoca e alla nostra personalità.

Quando siamo insoddisfatti abbiamo segretamente bisogno di trasformazione, di cambiamento, di stimoli, di novità di lasciarci trasformare dalla vita e di solito non è facendo a pezzi il partner, lamentandosi, aggredendolo o allontanandosi che si risolve il problema anzi, il cambiamento può rinnovare anche la coppia, oltre che noi stessi.

La maggior parte di noi crede segretamente di essere depositaria della verità e che questo mondo sarebbe migliore se tutti la pensassero e si comportassero come noi. Spesso ci comportiamo come se la vicinanza significasse “similitudine”, e qui compiamo un errore enorme che compromette a lungo andare ogni rapporto affettivo: ognuno di noi infatti si sente amato se l’altro gli permettere di essere quello che è, di essere libero, di avere ed esprimere le proprie idee anche se sono differenti. Le coppie e i membri di una famiglia talvolta sono inclini a comportarsi come se la loro realtà fosse la più giusta possibile e giudicano gli altri perché non si comportano esattamente come loro. Ma ogni famiglia è un microcosmo con la sua etica, le sue leggi, le sue tradizioni, abitudini, un proprio “sistema politico”in miniatura, un’ organizzazione complessa e la maturità di un individuo sta nel fatto di creare una sua nuova organizzazione familiare ed affettiva partendo dalle basi della propria, ma le due famiglie non necessariamente devono essere simili. Possiamo però imparare emotivamente e razionalmente che abbiamo diritto di pensare, sentire, amare a modo nostro, e abbiamo anche il diritto di esprimere ciò che siamo, affermando i nostri pensieri, i nostri sentimenti in modo chiaro così da prendere decisioni responsabili in sintonia con i nostri valori e le nostre convinzioni. Sembra banale ma vi assicuro che non lo è affatto.

Non è compito nostro fare in modo che l’altra persona la pensi esattamente come noi, se ci provassimo saremmo fonte di sofferenza per l’altro e a lungo andare ci sentiremmo frustrati e abbandonati perché il nostro sforzo sarà perfettamente inutile: avremmo trasformato una persona interessante in un manichino a nostro servizio. Anzi solo nella diversità dell’altro continuiamo a migliorare noi stessi. Solo nel continuo cambiamento c’è vitalità e rimane viva la sensualità e il desiderio sessuale.

Ma soprattutto la diversità è un vero antidoto contro la noia, rimanere curiosi, aperti a nuove esperienze, nuovi pensieri, nuove idee o conoscenze, è essenziale, sia per l’individuo che per la coppia stessa.

La coppia non deve dare nulla per scontato, mai, poiché gli esseri umani sono in continuo mutamento e occorre aggiornare le nostre convinzioni, su di noi e sul partner, osservare, comprendere e soprattutto dialogare.  E’ un vero piacere dialogare con il partner: riscopritelo!

Per recuperare il partner occorre re-imparare a comunicare e ad ascoltare l’altro, non tanto superficialmente, ma con il cuore, partecipando, osservando, chiedendo, essendo presenti in ciò che si sente, cercando di capirlo, di sentirlo profondamente. Da qui potrà aprirsi una porta verso una nuova vita di coppia, più interessante, con più passione e più vivacità ed interesse reciproco e per il mondo.

Bibliografia per approfondire

Harriet Lerner “La danza della rabbia” tea 2011

Guy Corneau “L’amore possibile” ed Tea 2006

T.Cantelmi, R. Barchiesi “Amori difficili” San paolo 2007

E.Cheli, G.Gocci, F.Gocci “Comunicazione e conflitti di coppia” atti del convegno ottobre 2005

 

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