La solitudine non si può dissipare con l’attività sessuale, dice Thich Nhat Hanh, ma anzi essa peggiora la gravità della sofferenza. Se usiamo il sesso per non sentire la solitudine stiamo in effetti aumentando il senso stesso di solitudine e di alienazione umana, perché ciò che dissipa la solitudine non è il sesso, ma piuttosto l’affetto umano, la condivisione, il pensiero dell’altro per te, un’intimità che sia la naturale conseguenza dell’amore, è molto più efficace un abbraccio sincero, una parola di conforto che non il sesso, nel quale piuttosto ci si sente solo meri oggetti, se è privo di “altruita’ ’“.
Per contro la solitudine si può sperimentare anche in coppia, quando l’altro è cosi lontano da noi e quasi non ci vede più, è allora che ci sentiamo maledettamente soli. In questo frangente anche la vita sessuale si modifica e fare l’amore senza affetto in coppia è spesso penoso. Quando viviamo questa condizione, il desiderio è molto lontano da noi e a volte cerchiamo consolazione in un’altra relazione esterna alla coppia, in un amicizia che ci coinvolga più del dovuto, in una storia passionale, ci innamoriamo di un’altra persona, ci buttiamo sul lavoro o su tante altre compensazioni che ci permettano di nutrire l’anima abbandonata dall’amore per l’altro ( sia che siamo noi che non amiamo più, sia che sia l’altro che non ci ama più).
In realtà queste compensazioni, sia di tipo sessuale o no, producono labile consolazione, feriscono l’altro, ma in realtà feriscono anche la nostra integrità e noi stessi. Sono peraltro mezzi che ci consentono di passare da una sofferenza inconsapevole e subita ad un comportamento attivo, che pur non risolvendo il problema di coppia, ci conduce ad una nuova consapevolezza attraverso l’esperienza del diverso.
Dal tradimento, ma anche dalla solitudine in coppia, se ne esce sempre massacrati, ed è difficile ricucire completamente un amore dopo un trauma simile o dopo anni di senso di abbandono, essi comportano tanto dolore incistato nella memoria fisica ed emozionale della persona.