E’ importante riconoscere quando la mente non è stabilizzata. Una mente non stabilizzata è una mente che non è tranquilla, cioè una mente che continua a rimuginare, a vagare in pensieri tossici generati da paure e da immagini future negative e spesso catastrofiche, dubbi che si moltiplicano all’infinito proprio perché generati da ipotesi del pensiero e non riferiti ai dati della realtà. Una mente non stabilizzata è una mente che ha un’ iper-genaratività di pensieri tossici e negativi, continua a teorizzare all’infinito senza mai passare alla fase di sperimentazione. La mente non-stabilizzata è tipica di persone iper-razionali che stanno trascurando la potenza del loro istinto, stanno soffocando la loro anima, il loro Daimon ( il loro talento originario come lo definisce James Hillman) e che spesso sono reduci da delusioni, tradimenti, lutti, periodi di stress continuativo, eventi traumatici, i quali hanno seminato nella loro mente paure, sfiducia negli altri e nel futuro oltre che aumentare l’insicurezza personale e ridurre ai minimi termini l’autostima.
Quando ci accorgiamo che la nostra mente non è stabilizzata occorre impegnarsi a produrre sempre più una mente stabilizzata, poiché la mente non-stabilizzata porta rapidamente ad un corto circuito mentale e fisico che conduce a patologie psicologiche e psicosomatiche.
Una mente stabilizzata è in grado di osservare i suoi pensieri come prodotti della mente senza identificarsi, senza entrare a piedi pari nell’immagine generata da quel pensiero, senza viverla emotivamente ancora prima che accada e andare in panico per un pensiero irrealistico della mente, noi non siamo i nostri pensieri, anzi siamo noi che produciamo i nostri pensieri, proprio come un pittore produce i suoi quadri: dipende completamente da noi l’intenzione di creare pensieri belli e colorati o pensieri cupi e tossici, è la nostra mente che crea i pensieri.
Stabilizzare la mente è mettersi in uno stato di Osservatore dei pensieri, come il pittore che passa in rassegna i suoi quadri: qualcuno verrà scartato, altri tenuti. Una mente stabilizzata si crea quando ci si connette ad uno Stato di Osservatore: la mente osserva i suoni, i rumori, ciò che accade, osserva i propri pensieri, che come foglie svolazzano via in autunno, ma anche le proprie emozioni che prendono dimora nel corpo, emozioni a volte legate a pensieri, a volte ad eventi che ci sono capitati o alle immagini future. Osservare la nostra attività mentale e lasciarla fare con gentilezza, come una bimba che gioca con palle di differenti colori: questo è il primo passo di una mente stabilizzata: Osservare, lasciarla fare.
Il flusso del pensiero è continuo, perché la funzione corticale del pensiero lavora così, non si ferma mai, produce continuamente miliardi di pensieri in successione velocissima. Il problema non è la produzione del pensiero, ma la convinzione inconscia che i pensieri siano la nostra realtà e quindi acquisiscano la potenza emotiva di eventi reali, ma essi solo sono opinioni, ipotesi, teorie, finché non li mettiamo in pratica, i pensieri non sono eventi reali. Tuttavia per il nostro cervello non c’è molta differenza tra un’immagine reale ed una immaginata, se non siamo pienamente consapevoli della differenza, i neuroni del nostro sistema emotivo cerebrale, reagiscono allo stesso modo: associando immediatamente emozioni alle immagini. E’ proprio questo principio neurologico che viene sfruttato da tutte le tecniche terapeutiche di “Positive Imagination”, o anche nel “Mental Training” per gli sportivi che si preparano alle gare. Dobbiamo riconosce tuttavia, che noi occidentali stiamo trasformando il pensiero nell’unica funzione della coscienza che esista: la coscienza ha invece quattro funzioni, che nel corso della vita, ogni individuo dovrebbe sviluppare ed equilibrare (C.G.Jung): le due funzioni razionali sono il Pensiero e il Sentimento, le due funzioni irrazionali sono l’Intuizione e la Sensazione. Un essere umano non ha una mente stabilizzata se non riesce ad usare tutte le quattro funzioni della coscienza, certamente ne avrà una prevalente, una in opposizione e una secondaria, non avranno tutte lo stesso peso, perché questo è normale, siamo tutti individui differenti, ma se non le usiamo e le sviluppiamo un po’ tutte, la mente avrà un funzionamento non equilibrato e cadrà facilmente in un meccanismo di stress.
Se il primo passo per stabilizzare la mente è Osservare, il secondo passaggio è riconoscere le immagini generate dalla nostra mente, cioè esserne Consapevoli. Quando sono consapevole delle mie immagini posso attuare delle scelte: posso scegliere le immagini che amo, quelle che mi fanno star bene, e lasciare andare quelle che mi procurano sofferenza. Questo processo di selezione delle immagini lo possiamo chiamare in modo elementare “fare pulizia”. Per fare pulizia basta fare una cosa molto semplice: siediti portando l’attenzione al respiro, osserva la realtà presente, rimani in presenza mentale. Dopo un po’ di questo semplice esercizio di meditazione che proviene dalla tradizione Buddista, vi accorgerete che immagini e pensieri si accavallano nella mente, lasciateli sfilare di fronte a voi e Osservateli in modo distaccato. Facendo pratica di questo esercizio di meditazione ogni giorno, vi occorrerete che le immagini della mente produce non vi turbano più, anzi saranno persino divertenti. Questa pratica che viene chiamata negli USA “Mindfulness” ( Jon kobat-Zinn) ha lo scopo di farci apprezzare il “qui ed ora” e osservare i pensieri o le immagini che la mente produce.
Con la pratica costante le immagini e i pensieri irrealistici cominceranno a lasciare il posto alle sensazioni che il presente ci dà, lasciare il posto ai suoni che prima non sentivamo perché erano coperti dal brusio dei nostri pensieri e preoccupazioni, sentire i profumi, osservare i colori, i volti, i piccoli sussulti del nostro corpo, le sensazioni elementari semplici, scopriremo un mondo che c’è sempre stato e che da lungo tempo avevamo ignorato. Questo esercizio di meditazione sul presente lo si può fare anche durante la giornata: qualsiasi cosa state facendo prestate attenzione solo a quella cosa, ascoltando i suoi rumori, gli odori, i suoni, le sensazioni, ed espanderete la vostra coscienza ogni giorno di più. Questa espansione riempirà i vostri cuori di gratitudine per il presente, e per qualsiasi cosa vi stia capitando, sia essa bella, brutta o indifferente, scoprirete che il presente porta con sé una grande ricchezza, ed è proprio qui, nel presente, che possiamo gettare radici solide per il futuro, vivendo in pienezza.
Qui di seguito citerò una meditazione liberamente tratta da un seminario di Rob Nairn che può aiutare a esercitare la mente stabilizzata, cercate di apprezzare la delicatezza delle parole che egli usa e vivetele come delle sensazioni.
“Quando suonerà il Gong lasciamo che la mente si riposi sul suono,
come una foglia d’autunno che si riposa nel soffio leggero di vento
si fa trasportare dal vento…
la foglia non fa fatica…
la foglia si riposa nel vento…
la nostra mente si riposa nel suono…
lentamente il suono affievolisce
e infine scompare
quando ciò accade
la mente cerca un altro luogo dove andare
e qui genera il pensiero
il pensiero riempie il vuoto
i pensieri sono luoghi dove la mente si rifugia…
Lasciamo riposare la mente su un altro suono
qualunque suono che proviene dalla stanza ( o dalla natura…)
la mente si riposa su quel suono
un altro suono arriva spontaneamente
non occorre cercare un suono, esso arriva a noi
arriva spontaneamente a noi
proviamo a riposare la nostra mente su questo nuovo suono
mantenendo la mente in direzione del suono qualsiasi esso sia…
i pensieri continueranno a sorgere nella nostra mente
con gentilezza riportiamo l’attenzione ai suoni
proviamo a riposarci mantenendo la mente in direzione del suono
qualsiasi esso sia
senza andare a cercare il suono
semplicemente lasciando che la mente si posi sul suono
che cattura la nostra attenzione…
I pensieri continuano a sorgere
questo è normale
noi riportiamo l’attenzione con grande dolcezza ai suoni
lasciamo che la mente riposi sul suono….”
BIBLIOGRAFIA
C. G. Jung “Tipi psicologici” Opere 6, Bollati Boringhieri
C. G. Jung “Jung Parla” Adelfi ed.
Jon Kabat- Zinn “Minfulness per principianti” Mimesis Ed.
J.Hillman “il codice dell’anima” adelfi ed.