Dioniso e il piacere delle donne

Dioniso è il dio delle donne. Quando una donna, per la prima volta nella sua vita, incontra un uomo che la inizia al piacere, alla passione, che la rimette in contatto con il suo sentire, con il corpo e la sua anima profonda e antica, con i sentimenti, dimenticati, sepolti in relazioni sbagliate, scontate, racchiuse in sacrificali rapporti di sudditanza, ecco è in quel momento che quella donna viene in contatto con lo spirito dionisiaco e la sua vita cambierà per sempre. Dioniso è l’amante interiore, è il dio che rende folli le donne, colui che libera dalle pene, è la fonte divina di entusiasmo, è il dispensatore di gioia, è il fragoroso, l’animo forte, il figlio delle ninfee: è il femmineo. Dioniso conosce e riconosce le donne dal profondo, lui stesso è stato cresciuto solo da donne, e ne respira il profumo generatore dall’alba dei millenni, egli ha la chiave per entrare nei loro cuori e per difendere la loro vitalità a volte troppo sacrificata. Egli riconosce il potere d’amore del femminile, lo rispetta e lo difende, perché esso è la scintilla di vita per ogni essere vivente e chi lo nega o lo soffoca, coprendolo con i noiosi e violenti schemi della ragione, ne pagherà un prezzo altissimo. Dioniso nel mito infatti sventrava coloro che non si sottomettevano al suo volere, una metafora per descrivere lo strazio che succede ad ognuno di noi quando neghiamo la potente forza della vita: la nostra psiche perde unità, vitalità, gioia, entusiasmo, perdiamo i nostri pezzi in molte cose da fare e da dire e dentro ci sentiamo esangui e spezzati. Egli è il folle, è il portatore di fiori, il bambino nella culla, è il sacerdote dei sacri misteri dell’amore, è Osiride fatto a pezzi dal fratello crudele, è colui che ha vinto la morte, e risorge a nuova vita, è il fascino e la tenerezza del Cristo, è la sua ira al tempio e l’uomo che riporta l’equilibrio e colui che lo distrugge perché tu possa ritrovare una nuova vita. La sua energia è immateriale, invisibile, lui non fabbrica armi dorate come Efesto, non combatte come Ares, non accompagna come Ermes, non è colto e dorato come Apollo, a lui non serve né il Verbo, né la ragione: lui è. 
Signore della natura istintiva, degli animali, dei boschi, egli, il primo degli dei, il Protogonos, in un mondo che oramai non esiste più, un mondo dove uomini e donne vivevano in armonia con la natura e del cosmo, dove ogni creatura era sacra e onorata come tale, dove le convenzioni sociali, la materialità, le leggi e la logica ancora non prevalevano a distruggere la nostra natura divina iniettandoci il germe dell’onnipotenza e della hybris, il peggiore dei peccati presso gli dei. Il Dio delle donne, l’amante, talvolta il figlio, talvolta bambino tra le ninfee… Egli danza, suona, portando con sé la forza e la tenerezza, la dolcezza languida e quella voluttuosa ed impetuosa, si incastra perfettamente con la natura femminile che abbisogna di entrambi, cosa che gli uomini non dionisiaci non comprendono e non ne conosceranno mai la sua potenza. Dioniso non è Eros che scaglia la freccia suggerito dalla madre, egli è unico e molteplice, avvolgente come la notte, imprevedibile, indefinibile, misterioso, ebbro, lussureggiante, egli è colui che confonde per ridarti la vita. E’ inebriante come il vino, e come esso, ti fa perdere il controllo, per farti incontrare la tua essenza divina. Avvolta tra le sue braccia una forza incredibile ti rende languida, scendi in un abbandono assoluto, dove il controllo non esiste e dove il tuo corpo la tua mente e la tua anima si fondono nell’ebrezza totale dell’attimo e in preda a forze potenti e inarrestabili, doni tutta te stessa alla natura e a dio.  Dioniso è l’essenza stessa dell’estasi, dell’eros, della fusione con la natura divina.  La donna non solo si fida, ma con lui realizza la sua profonda natura di donna-terra-acqua e cielo, Dioniso è il sacerdote, il suo non è fare l’amore, non è semplicemente iniziare ai piaceri del corpo, il suo è un rito sacro, profondo, potente, millenario, è colui che permette l’unione degli opposti, è capace di contenere il tuo folle piacere e l’infinita assurdità della natura in un solo istante.   Emanuela Pasin

BIBLIOGRAFIA

Karl Kerenyi “Dioniso” Adelphi ed. Leda Bearnè “Dioniso e le donne. Ovvero la gioiosa follia” Bolen “Gli dei dentro l’uomo” Astrolabio

2 Replies to “Dioniso e il piacere delle donne

  1. Perfetto. Plaudo a questa appassionata perorazione dei riti dionisiaci. Purtroppo, come al solito, sui è in pochi a celebrarli… Grazie Emanuela e bonne chance !

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