Un vecchio saggio ci guida

Non penso che vi stupirà sentire che come ci comportiamo con una persona dipende da cosa pensiamo di lei. I nostri comportamenti sono cioè lo specchio dei nostri pensieri.

Per esempio quello che pensiamo dei giovani influenzerà il nostro atteggiamento e comportamento nei loro confronti. Se infatti riteniamo la gioventù superficiale, o prepotente, o viziata, tenderemo ad essere prevenuti in genere con la maggior parte dei ragazzi.

Lo stesso però succede per altre categorie di persone di cui ci facciamo un’idea preconcetta.

Nel nostro caso se pensiamo che la vecchiaia sia sinonimo di debolezza, di malattia, avremmo un atteggiamento con gli anziani di compatimento, se pensiamo invece che la vecchiaia abbia un valore e una certa potenza, allora il nostro atteggiamento sarà necessariamente diverso.

Mi servirò di due Divinità dell’antica Grecia per parlare di due principi di funzionamento della psiche.

Fin da quando nasciamo abbiamo dentro di noi due personaggi : il Senex (il vecchio) e il Puer  (il giovane).

 All’inizio dei tempi c’era Saturno  il Dio dell’agricoltura e dell’astrologia, Signore supremo padre degli Dei.  Egli rappresenta l’icona del Venerando padre è da sempre rappresentato come un anziano (infatti il suo nome in greco è Cronos che significa tempo che scorre). Per la psicologia egli rappresenta l’archetipo del Senex e contiene in sé una grande dualità: quella del Saggio, sapiente, sicuro, astuto e quella del padre freddo e spietato che non volendo cedere il potere ai figli.

Ognuno di noi ha dentro di sé un Senex fin dalla nascita, si porta dentro il suo Saggio, il suo maestro interiore, il suo consigliere, esso talora compare nei sogni e ha parole sagge da indicarci, è colui che custodisce i nostri segreti, è garante delle regole e delle tradizioni, è colui che mette ordine ai pensieri, che privilegia la pazienza, la lentezza, la costanza alla fretta e all’esuberanza del giovane, è colui che risparmia, fa economia, previdente per il futuro. E’ quel Vegliardo che possiede la conoscenza, l’esperienza e sa usare l’intuizione e le sensazioni al momento giusto per arrivare allo scopo.

Queste qualità  sono un principio ristrutturante per la psiche umana. Se un ragazzo infatti è privo di queste qualità non può crescere e progredire perché agisce sempre impulsivamente, non da ordine alle conoscenze che apprende, non fa economia per il futuro, non rispetta le tradizioni e i valori dell’uomo, non ha pazienza, né costanza nelle cose, non usa l’intuizione ma scegliere solo sulla base di quello che in quel momento gli piace o non gli piace.  Se un giovane non ha dentro di sé un Senex rimarrà per tutta la vita immaturo, sarà distruttivo per gli altri e per sè.

Tuttavia se le qualità del Senex vengono usate per scopi buoni sono positive, se vengono esasperate in senso negativo diventano terribili.

Saturno, infatti, nel mito, quando sua moglie Rea comincia ad avere figli è pervaso dalla paura di perdere il potere e li divora ad uno ad uno. Solo l’ultimo figlio riesce a salvarsi grazie ad uno stratagemma della Madre Rea che lo nasconde.

Quando il grande vecchio è travolto dalla paura di perdere il potere usa tutte le sue conoscenze, la sua astuzia, la sua esperienza, la sua lucida visione della realtà,  la sua malattia stessa, per imprigionare l’altro. Usa la sua pazienza per ordire trame terribili, la sua economia diventa rapacità e avarizia, usa i segreti per ricattare, l’intuizione per arrivare dritto alla ferita, usa il suo forbito linguaggio e tutta la sua conoscenza per salvare il suo potere. Saturno divora i suoi figli, li odia, senza sapere che con questo atto estremo d’ira si sta autodistruggendo perché, uccidendo i suoi figli, si priva del futuro stesso. Saturno non vede oltre, vive la perdita del potere come annientamento totale.

Il Puer, invece è il Giovane per eccellenza, è legato al mito di Ermes, detto anche Mercurio.

Mercurio è il figlio della Grande madre, è lo psicopompo che traghetta le anime , il messaggero degli dei, è un briccone, astuto e divertente, instancabile, non per nulla è rappresentato con le ali ai piedi sempre in movimento a servire gli dei o a prenderli in giro.

 E’ narcisista, adora sé stesso, ma è anche geniale, curioso, inventa, gioca, è ardente e anche capriccioso. Uno dei problemi del Puer è che non ha tanto i “piedi per terra”, è poco realista vive sempre l’attimo senza preoccuparsi di altro se non di vivere di frivolezze e di affari facili. Egli non sopporta la pazienza e l’impegno, se una cosa non gli va più, o non gli dà più vantaggi, se ne va via e passa ad altro, in una continua instabilità. E’ ignaro del tempo che passa ma il suo vagabondare  è quello dello spirito senza attaccamenti.

Il Puer vaga per splendere e per catturare, per tentare la sorte, ma senza scopo di tornare a casa. Nessuna moglie lo attende né ama i figli.

In Senex si perfeziona nel tempo il Puer si crede perfetto primordialmente, entrambi però rifiutano la trasformazione e il cambiamento, hanno un “ seme raggelante”, cioè un’ incapacità di creare il futuro. Sono due entità perfette, ma come tutte le cose perfette non hanno anima. Infatti non è un caso che in entrambe le figure non vi sia la complicità del femminile. Né il Senex né il Puer non si coinvolgono mai nella relazione per non soffrire, per non sacrificare nulla di sé stessi. Tuttavia senza il dono di qualcosa di sé, senza mettersi in gioco completamente e senza la rinuncia di parti potenti di sè, non si può entrare in relazione.

Dentro di noi quindi abbiamo sia il Senex che il Puer, essi devono vivere in armonia perché se uno prevale sull’altro il rischio è quello di cadere in depressione. Avremmo azione senza conoscenza (se prevale il Puer) e conoscenza senza azione ( se prevale il Senex).

Lo schema delle antiche fiabe, che è lo stesso in molti popoli,  prevede che il vecchio Re, cominci a preparare i figli. Di solito li sottopone a delle prove per vedere chi è più idoneo a governare, lui però deve arrivare ad un punto in cui accetta di cedere il Regno al figlio che ha dimostrato valore. Se non lo fa il figlio lo uccide e ne prende il trono diventando un re terribile tanto quanto il padre. In questo modo si perpetua  un ciclo negativo e non c’è cambiamento.

Se invece il padre cede il trono, il figlio diventa Re e il padre lo affiancherà come Vecchio Saggio e consigliere. Il nuovo re potrà fare delle scelte più equilibrate con l’ intuizione e l’esperienza del vecchio padre.

In molte fiabe infatti accanto al re c’è un saggio o un vecchio mago che è che la nostra parte Senex in ognuno di noi.

Pertanto se desiderate che ci sia armonia nel vostro “regno psichico”  non dimenticate di nutrire dentro di voi sia il Vecchio Padre che il Giovane Re.

Invecchia in serenità

colui che continua ad essere curioso nella saggezza;

colui che sa rinnovare le regole;

colui che è astuto nel bene;

colui che ha pazienza con sé stesso, ma non teme di cambiare;

colui che vive nel presente, ricordando il passato e continuando a creare per il futuro;

colui che continua a giocare e non si fa sopraffare dal vizio,

colui che può parlare con sincerità senza ferire;

colui che ascolta, prima di agire

e agisce dopo aver sentito la musica del proprio cuore.

 

Dr.ssa Emanuela Pasin

2 Replies to “Un vecchio saggio ci guida

  1. Mi sono imbattuto nel suo sito ed ho potuto apprezzare la sua chiarezza espositiva la chiarezza espositiva. Sono un “inesperto curioso” sulle possibilità terapetuche della musicoterapia.

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