La musica dell’anima

La musica è uno straordinario strumento di guarigione. Nella musica ci si rispecchia, ci si calma, ci si attiva, si gioisce, la musica produce in modo istantaneo e crescente emozioni positive e un intenso benessere, se la sappiamo utilizzare nel modo giusto, essa può aiutarci a trasformare i nostri stati d’animo in modo naturale e darci risultati talora migliori di alcuni farmaci antidepressivi, ovviamente, senza effetti collaterali.

La musica è la più soave creazione umana e anche se alcuni suoni gradevoli esistono in natura, come il canto degli uccelli, il dondolare delle onde, la musica, nella sua complessità e nelle sue melodie, è una prerogativa del genio umano, dell’evoluzione dell’anima umana.

Parecchi anni fa feci un’esperienza meravigliosa di danzaterapia con la dr.ssa Maria Elena Garcia: eravamo in una sala di danza e regnava un perfetto silenzio e lei ci disse “Chiudete gli occhi e danzate seguendo il suono della vostra anima”. Non avevo mai creduto che la mia anima avesse un suono, invece ballai per più di mezz’ora senza sosta seguendo quella musica che scaturiva dalle profondità del mio essere e che nessuno poteva udire. Fu un’esperienza incredibile, il mio corpo si muoveva senza una precisa coscienza sospinto dal suono interno, non vedevo nulla, sentivo la musica della luce e dell’ombra, di infiniti colori, sentivo la mia vita scorrere come una melodia e il corpo danzare seguendo le note dell’anima che vibrava lungo le emozioni dei miei vissuti.  

Nelle successive esperienze di questo tipo che proposi  ai miei pazienti, mi resi conto che non era facile per tutti lasciarsi andare alla musica dell’anima e permetterci di danzare senza temere il giudizio, non solo degli altri ma anche e soprattutto di noi stessi. Per taluni era cosi difficile che svenivano, inconsciamente per sottrarsi alla fatica di entrare in se stessi. Il livello di sofferenza talora è così alto che temiamo noi stessi più di ogni feroce bestia che calchi il suolo terrestre. Del resto arriviamo da secoli di dominio della ragione che, nonostante i suoi preziosi doni, ci ha anche ingabbiati in strutture rigide, in pensieri pieni di paure, che ci controllano e ci imprigionano, ci hanno fatto perdere la nostra spontaneità, il nostro entusiasmo, la speranza, la saggezza antica e soprattutto ci hanno fatto dimenticare le sensazioni incantevoli che può originare il contatto profondo con la nostra anima, con la nostra parte femminile, creativa, numinosa. Siamo cosi lontani dall’idea di queste esperienze, che un tempo erano assolutamente naturali e collettive, che ora addirittura le temiamo, come se ascoltare la musica della nostra anima potesse distruggerci, tanto siamo vinti dal dominio della ratio che annulla ogni forma di naturale bellezza e priva la vita emotiva del suo sacro valore.

Credo che ascoltare della buona musica creata con amore, in luoghi particolarmente suggestivi e pieni di energia psichica, favorisca l’esperienza di ascolto della nostra musica interna, ci permetta di raggiungere degli stati di trance profondi, mettendoci così in contatto con la nostra natura autentica, con i nostri angeli interiori, portatori talora di estasi, talora di tristezza, ma comunque utili per aumentare sempre più la nostra consapevolezza, ed essere sempre più presenti, risvegliati e liberati da gabbie fatte di irreali pensieri.

Alcuni brani musicali infatti, rispecchiano alcune parti della nostra anima anche se non possono essere esaustivi dell’espressione di essa, tanto è immensa e infinita la sua complessità, essi sono dei mediatori di ricordi, di emozioni, di sensazioni meravigliose. Nella mia esperienza di neuropsicologa li ho usati a lungo con i malati di Alzheimer, con i bambini, con persone normali in terapia per qualche momentaneo inghippo della loro vita, perché, più di ogni altra terapia, la musica funziona da potente evocatore di ricordi ricolmi di emozioni, riporta in vita pezzi significativi di memorie antiche e più recenti, l’uso della musica nelle persone con malattie degenerative sicuramente ci permette di facilitare l’associazione mnesica e migliorare lo stato emotivo. La musica penetra non nella memoria conoscitiva, intellettuale, penetra le memorie emotive del corpo, pesca dal profondo, dal vissuto essenziale di una persona, dagli affetti, dalle sensazioni fisiche autentiche, da tutto il bagaglio più prezioso che abbiamo: le immagini e le emozioni dell’anima

Io credo che il legame tra il C.G Jung e la musica passi proprio attraverso l’anima. Egli ascoltò la propria anima seguendone le immagini, le parole, attraverso la storia dell’uomo, attraverso i sogni, l’arte, le fiabe, la mitologia, i simboli archetipici che giacciono nelle profondità di ognuno di noi, ecco io credo che avrebbe potuto ascoltare il canto della sua anima allo stesso modo, la musica che da essa ne scaturiva, a volte tremendamente inquietante a volte soave fino a commuovere, una musica che è passata attraverso il rumore del mondo, attraverso le epoche storiche, attraverso i popoli e i pensieri illuminati di molte menti, ha attraversato lo spirito del tempo percorrendolo vibrando e facendosi contagiare dalla bellezza dell’anima mundi.

Nella psicologia di Jung il valore non viene dall’uomo, come nell’umanesimo, ma da ciò che sta dentro l’uomo, viene dall’anima. Se vogliamo salvare l’uomo dalle catene della violenza, del giudizio, della guerra, della malattia, dalla paura dobbiamo ritrovare la piccola bimba dimenticata nella caverna dei bambini abbandonati, la nostra anima.

La musica è la chiave di questa salvezza, uno strumento inestimabile e meraviglioso per noi come individui ma anche per il mondo stesso, proprio perché ci permette di gettare un ponte tra ciò che per secoli è stato diviso e che ora dobbiamo unire: l’anima e il logos. Non possiamo più vivere in labirinti di paure e guarire attraverso ulteriori fili di ragionamento, ciò che ci salverò sarà una melodia che ci commuove e farà rivivere il nostro corpo, ascoltare i nostri sogni, ci donerà la visione della serenità, della gentilezza, ci metterà finalmente in contatto con tutto il femminile, il tenero, il bello, il fragile di noi che abbiamo disprezzato per secoli e relegato all’inferno, sarà la musica, come una musa, che parlerà alla nostra anima e che le sussurrerà all’orecchio di risvegliarsi e di ballare ancora per i prossimi secoli.

 

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