Insonnia, l’inquietudine di vivere

L’insonnia è una dei disturbi più diffusi nel nostro secolo ed è un’importante difficoltà nell’addormentarsi o nel mantenere un sonno ristoratore durante la notte.

Si soffre d’insonnia se questa difficoltà è presente per più di tre notti a settimana, non è considerato un disturbo se l’insonnia è saltuaria, poiché è noto che preoccupazioni, stress o eventi della vita possono influenzare la qualità del sonno per qualche giorno o per brevi periodi. Altri disturbi, come depressione, nevrosi, dipendenze, o altre difficoltà nella sfera affettiva, possono influenzare la qualità del sonno in modo più significativo.

E’ un disturbo abbastanza comune ed è spesso sottovalutato: a chi non è capitato una volta nella vita di far fatica ad addormentarsi? E’ un’esperienza piuttosto comune, magari dopo una serata passata a ridere o a divertirsi o dopo uno stress che lascia un problema aperto su molte o su nessuna soluzione. Capita a molti. Essendo pertanto una condizione che tutti proviamo, può venire sminuita da chi ti vive accanto, e nel frattempo può diventare un disturbo vero e proprio, ciò accade quando assume una frequenza quasi quotidiana.

L’insonnia ci parla di un’inquietudine di vivere che abbiamo dentro. Chi ha un’insonnia caratterizzata da difficoltà dell’addormentamento ha una maggior quota d’ansia legata al passato, cioè tende a pensare a ciò che gli è successo con una certa preoccupazione, tende a rimuginare spesso anche inconsapevolmente, a perdersi nei labirinti della mente senza trovare pace e senza riuscire a rilassarsi. C’è invece chi ha risvegli precoci la notte e poi fatica ad addormentarsi e a concludere la sua notte di sonno riposante: questi soggetti tendono invece ad avere preoccupazioni e ansie nell’affrontare, il futuro, vivono una certa instabilità, in qualche area (affettiva, economica, professionale, familiare…) in quel periodo, stanno magari passando un momento difficile o stanno cadendo in qualche forma di depressione più o meno mascherata.

L’insonnia è il primo segno di uno stress, talora subdolo, che s’insinua nella mente e che è meglio curare prima possibile o comunque occuparsene seriamente, perché è la spia di una difficoltà e di un’allerta importante del sistema nervoso.

Il nostro sistema nervoso non resiste a lungo senza far pagare all’insonne un alto prezzo in termini di efficienza mentale e di salute psico-fisica.

Chi non dorme comincia a vivere le notti come infinite e insopportabili e oltre a non riposare spesso s’innervosisce perché non riesce ad addormentarsi e in questo modo la tensione del sistema nervoso continua a crescere.

Il grande problema dell’insonnia è che ci fa vivere male anche di giorno: l’efficienza del cervello si riduce, proviamo una sensazione di fatica, di stanchezza e arriviamo alla fine della giornata stremati, talvolta si aggiungono anche difficoltà di memoria, di attenzione, di concentrazione e spesso di intensa irritabilità.

 Inoltre alcuni studi indicano che dormire male riduce la prospettiva di vita, vale a dire che non dormendo bene si invecchia in fretta, a questo proposito basta incappare in una persona che non ha dormito bene per una sola notte e osservare il suo volto stanco e smunto per darle qualche anno in più della sua età. Non c’è paragone con un volto riposato, disteso e sereno dopo un’intera notte di sonno.

Ci sono stati nella storia dei personaggi che hanno voluto sfidare Ipnos, il dio del sonno, per entrare nel Guinness dei primati e dopo molte notti che cercavano in tutti i modi, di passare svegli, hanno manifestato sintomi di vera e propria follia, come allucinazioni, deliri e comportamenti fuori controllo, alcuni non si sono più ripresi del tutto, ne descrive alcuni casi Richard Wiseman [1]nel suo libro sul sonno.

Esistono vari tipi di disturbi del sonno sui quali non vado a soffermarmi eccessivamente, vi basti sapere che l’insonnia può facilmente scaturire da un evento che dà preoccupazione alla persona o da un periodo difficile che sta attraversando, dall’uso di sostanze psicoattive, come droghe, alcool e altro o da altri eventi che disturbano l’ambiente in cui si dorme come rumori, problemi di relazione col partner ecc..

Il disturbo, avrebbe di per sé una durata da pochi giorni al massimo un mese e poi si risolve spontaneamente, in questo caso si chiama “Insonnia Primaria” come viene definita dall’American Psychiatric Association nel 1994. Nulla di grave, perché la difficoltà di addormentarsi o di dormire per tutta la notte, avviene come reazione ad un evento o un periodo, o ad una ubriacatura che poi col tempo si risana e il ciclo sonno-veglia torna naturale.


Il problema è quando l’insonnia diventa oggetto di ossessione. La persona cioè comincia a caricare questi episodi sporadici di insonnia di pensieri e visioni future molto negative, diciamo che catastrofizza il sintomo, per esempio pensa …”se non dormo come farò a lavorare?”….” ho paura di impazzire…”…”io devo assolutamente dormire…”…”se continuo cosi mi ammalo”… “anche stanotte non dormirò'”…ecc…

In questo modo si crea una sorta di nevrosi del sonno detta in termini medici Ortosonnia“, che ovviamente porta ad un insonnia molto più pesante di quello che è in realtà. Infatti lo stato continuo di allerta del sistema nervoso della persona, peggiora la situazione creando una sorta di circolo vizioso. Ai pensieri negativi si aggiungono poi dei comportamenti compensatori, come per esempio, uso di sonniferi, fare riposini pomeridiani, andare a letto prima (“cosi almeno se non dormo tutta la notte ho aumentato un po’ le ore a letto), alzarsi dopo la mattina, tentare di dormire in altri posti, bere alcool per rilassarsi: tutti tentativi fatti con l’intenzione di risolvere il problema che in realtà vanno a cronicizzarlo in modo grave.

Cosa fare?

Occorre fermarsi e chiedere aiuto. I sonniferi possono aiutare per un breve periodo ma, innestandosi nel circolo vizioso della nevrosi, in realtà creano dipendenza e alla lunga sono sempre meno efficaci. Occorre affrontare l’origine dell’inquietudine legata al sintomo dell’insonnia che è solo la punta dell’iceberg manifesta di un problema che è ben più nascosto ed inconscio. Consiglio pertanto di fare un percorso di psicoterapia per svelare l’origine dell’inquietudine che sottende la vostra vita e provare a porvi rimedio.

Le tecniche rapide d’elezione per la cura dell’insonnia sono due sostanzialmente:

1- il protocollo CBT-I ( Terapia cognitivo comportamentale insonnia) che consiste in 8 sedute in cui nelle prime il paziente viene sottoposto ad una batteria di test per valutare l’entità del problema e in seguito, sulla base dei risultati il terapeuta darà delle indicazioni di tipo comportamentale che il paziente dovrà seguire di settimana in settimana fino alla risoluzione del problema. E’ indicato soprattutto in caso si sia instaurata un “ossessione del sonno” e si siano instaurati comportamenti disfunzionali.

2-L‘Ipnosi terapia invece consiste nell’insegnare al paziente una tecnica di autoipnosi che lo porti ad addormentarsi in tempi sempre più rapidi, in modo che recuperi la capacità di lasciarsi andare e di rilassarsi.

Tuttavia se non risolviamo i problemi che causano l’inquietudine di vivere nella persona è probabile che possano verificarsi delle ricadute, pertanto consiglio sempre di abbinare a queste utili tecniche una buona psicoterapia che aiuti la persona a compiere un cambiamento di prospettiva o di modalità di pensiero, re-imparando a vivere in modo meno ansiogeno, meno preoccupato, valorizzando più l’istinto e la creatività.

dr.ssa Emanuela Pasin, psicologa e psicoterapeuta

ipnologa, esperta in disturbi del sonno, specializzata anche in trattamento CBT-I.

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BIBLIOGRAFIA

Il potere del sonno 2017 Vallardi ed.

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