Gli archetipi femminili che proteggono dagli abusi

A volte ci troviamo di fronte ad esseri umani che hanno perso il contatto con la loro anima più pura e diventano insistenti, direttivi, aggressivi, quasi spaventosi, si ha la sensazione che possano perdere il controllo con facilità e fare qualcosa di terribile, lo si sente a pelle: ti senti pervasa/o da una paura sottile che fa tremare internamente tutto il corpo e un senso di sospensione tra la vita e la morte, come essere prigionieri di un demone che, se osi dire la parola sbagliata, ti taglia la testa. 

Spesso non ne sei neppure consapevole, perché credi che quella persona ti ami, o almeno dice di amarti, pensi di essere essenziale per lei/lui, di fatto lo sei così tanto che può non essere possibile la sua esistenza senza di te e viceversa. Sono convinzioni pervase dai fantasmi dell’illusione che portano sensazioni potenti e assolute, che spesso confondiamo con la passione d’amore, ma portano solo molta confusione, paura interna e tenebre nell’anima.  

Dopo qualche tentativo di ribellione hai gettato la spugna e cerchi di evitare che si arrabbi per stare tranquilla/o, per proteggere te stessa/o, i tuoi figli, o i tuoi progetti futuri, a volte non vedi alternativa, tanta è la paura che ti senti addosso nel vederti sola/o o vuota/o, hai perso la tua forza interna e la tua luce e ti lasci andare al fiume burrascoso della vita, incapace di reagire e forse, infondo infondo, senti che fai bene, perché il rischio è troppo alto. Sai pure che nessuno ti può aiutare, o almeno credi, e anche se fosse, la vergogna è un oceano che travolge la piccola barca su cui giace il tuo desiderio di salvezza. 

Nella tradizione indiana esiste una dea che si chiama Durga e vorrei raccontarti la sua storia.

Tanti anni fa un tremendo titano, chiamato Mahisha, stava facendo strage nel mondo con la sua cattiveria e nessun uomo o essere celeste riusciva a sconfiggerlo, neppure la sacra triade Brahma, Visnu e Shiva, nella loro immensa potenza niente riuscirono a fare. 

Mahisha era l’incarnazione della lussuria, dell’egoismo, dello strapotere della mente, che imperversava sulla terra senza rivali ed era chiaro ormai che solo una donna avrebbe potuto sconfiggerlo

Tutti gli dei allora si misero insieme e generarono un abbagliante raggio di energia scatenato dalla loro rabbia e nacque Durga, l’invincibile, integra e bellissima come nessuna dea appariva, aveva la pelle dorata come l’alba, potente nella sua veste scarlatta, cavalcava una tigre bianca come una nuvola, aveva molte braccia e in ognuna di esse, gli dei le avevano donato un’arma letale. Durga splendente non perdeva mai il suo sorriso ed emanava potenza e forza ovunque, la chiamarono “colei che elimina le sofferenze” e fu proprio cosi che andò. 

Quando il demone Mashisha la vide, nella sua brama, la volle possedere, ma lei si sottrasse e lui la volle prendere con la forza, fu allora che Durga, senza scomporsi, scatenò tutta la sua potenza interiore e liberò il mondo dal demone.   Per questo essa divenne la dea più amata in India perché protegge gli esseri umani da quell’energia oscura che a volte li prende quando perdono l’anima nei regni inferi e non sono più in grado di ritrovarla.  

Quando sei in presenza di questa energia oscura e potentemente distruttiva dentro di te, o la percepisci in chi ti sta intorno, chiudi gli occhi ed entra in contatto con Durga invocala con il mantra Om Durgayai Namaha o semplicemente chiamandola e chiedendole aiuto, lasciati guidare dalle immagini che compaiono nella tua mente, possono presentarsi anche altre forme divine, perché questa dea è universale ed è rappresentata in tanti modi in tutte le culture e tradizioni della terra. 

Essa, in qualunque forma ti appaia, ti proteggerà dalla paura e dalla violenza, che a volte si creano nelle nostre menti umane che hanno perduto il sentiero luminoso della vita. Con la sua presenza psichica ritroverai la forza interiore perduta.

Molte altre divinità occidentali hanno questa funzione e hanno la stessa potenza archetipica.

 Esse sono Lilith, Astarte, Iside, Atena, anch’esse invincibili e omniscienti. Tutte queste divinità spesso rappresentate con le ali, perché vittoriose ed invincibili (Nike è infatti la rappresentazione assoluta della vittoria). Millenni di storia patriarcale hanno trasformato le loro immagini, relegando Lilith come rappresentazione di un demone, e della luna nera, anche se essa è la madre originaria e protettrice delle donne e dei neonati. Lilith, la prima donna, infatti si rifiutò di sottostare sessualmente ad Adamo, per tale ribellione Dio stesso le uccise i figli e la condannò ad essere un demone per l’eternità, come non potrebbe arrabbiarsi una donna dopo tale scempio? Dio allora creò Eva che si sottomise ad Adamo per l’eternità.

 Astarte, Iside ed Atena, sono dee guerriere che salvano e proteggono chi amano, i loro popoli e le loro città: a volte è necessario difendere la vita e l’integrità di noi stessi e di chi è indifeso. Esse sono emanazioni della Grande Madre originaria, nelle sue varie espressioni e forme.

Con il cattolicesimo tali divinità convergono tutte nella Vergine Maria, splendida immagine materna e di conforto per gli esseri umani, innocua in apparenza, ma in verità potentissima: le immagini dell’Immacolata concezione rappresentano una donna dal manto celeste e dalla veste bianca che con il suo dolce sorriso e lo sguardo avvolgente, schiaccia, come se niente fosse, a piedi nudi il serpente, la rappresentazione per antonomasia del demonio, cioè del male sulla terra. Evidentemente non è molto dissimile dalla dea Durga e dalla sua bellezza e forza.

Gli archetipi femminile sono pura energia psichica, in qualsiasi forma li invochiamo, li immaginiamo, li disegniamo, li realizziamo (nello yoga, del canto, nella danza, nei mandala, nel teatro…) essi ci riconnettono con le nostre potenzialità, con la forza, la determinazione, che abbiamo perduto a causa dei traumi e delle umiliazioni subite, a volte fin da piccole/i. 

Essere essenza dell’amore significa anche essere guerrieri che la proteggono, non si tratta di un’insensata aggressività egoistica, ma piuttosto di quella forza che a volte dobbiamo attingere da una dimensione che ci trascende, per necessità di proteggere la vita, il bene, i bambini, le idee, i progetti, il nostro futuro, la natura stessa e per difendere la luce che traballa dentro di noi e magari si sta spegnendo lentamente. 

testo scritto da Emanuela Pasin, Verona 11.04.2021 

Per appuntamento e consulenze scrivere a emanuelapasin@gmail.com

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