Il cane è sempre stato un alleato dell’uomo fin dal Paleolitico e fino a pochi decenni fa, viveva affiancando l’essere umano all’esterno, in contesto più rurale e in modalità più operative, negli ultimi decenni invece, la vita umana si è spostata in ambienti sempre più urbanizzati e il cane ha assunto una funzione prevalentemente affettiva, quasi intima: abita nelle nostre case, condivide gli spazi domestici, dorme con noi, i nostri ritmi e le nostre scelte lo influenzano e ne vengono influenzate, come noi è più sedentario, spesso vive al chiuso per il 90% del tempo della giornata.
Il cane come compagno affettivo dell’essere umano
Il cane è diventato parte della famiglia, ma al contempo, rischia di perdere il contatto con il proprio istinto esattamente come sta capitando a noi esseri umani, che in fin dei conti, abbiamo ancora un “genoma forestale”, il nostro DNA è programmato per vivere in un ambiente naturale, del resto, dopo millenni di vita sulla terra, è solo dal 2007 che più della metà della popolazione mondiale abita in contesto urbano.
Il rapporto affettivo con il cane diventa pertanto centrale nel percorso che vogliamo compiere per ritrovare un sano equilibrio con noi stessi e con le altre specie che popolano il pianeta.
Il cane è una creatura dotata di grande intelligenza emotiva, empatia e sottili capacità percettive ed emotive, si adatta molto a noi esseri umani, ma non dimentichiamo che anche lui ha le sue caratteristiche genetiche, un carattere, una personalità, dei bisogni e un istinto, che vanno riconosciuti e poi sperimentati insieme a lui.
Il cane, in questo particolare periodo storico colma i nostri bisogni di affetto, di vicinanza, di sostegno, di empatia, di tenerezza, di legame che spesso non ci aspettiamo più dai nostri simili, verso i quali siamo più portati a proiettare le nostre ombre, spesso giudicandoli talora incapaci di colmare i nostri bisogni, di comprenderci, di amarci veramente, anche se è pur vero che, quando cerchiamo altrove ciò che serve a noi, stiamo semplicemente tardando la nostra evoluzione personale e la nostra serenità.
Il cane quindi entra nelle nostre vite spesso per compensare dei bisogni emotivi ma poi, con la sua spiccata capacità empatica, con le sue caratteristiche genetiche e con il suo istinto può anche smuovere energie, spostare gli equilibri, non attendere alle nostre aspettative poiché spesso, come idealizziamo tutti i rapporti umani, idealizziamo anche il rapporto con il nostro cane, creandoci in testa una realtà relazionale che non combacia con la vera relazione, che invece è costruita con pazienza, passo passo, osservandoci, ascoltandoci, dialogando senza le parole e sperimentando ogni giorno la relazione senza imporre le nostre aspettative.
Abbiamo quindi unito psicologia e cinofilia in un corso per osservare questo binomio “essere umano-cane”, ma abbiamo iniziato dalla donna perché forse ne percepiamo l’urgenza, la sofferenza, la voglia di comprendere e di mettersi in gioco, di migliorarsi, la potente spinta biologica ad amare, a prendersi cura, a salvare ciò che è in pericolo.
Controllo o distrazione?
Mettendo insieme la mia competenza di psicoterapeuta e quella di Romina Secco, di educatrice cinofila, i nostri due sguardi e le tecniche delle due discipline, siamo riuscite ad intuire in specifico per ogni binomio i meccanismi, gli adattamenti, i bisogni e quando la comunicazione non era efficace.
Nel lavoro svolto durante il corso, abbiamo notato che inizialmente c’era una disorganizzazione del focus: alcune ragazze tendevano a controllare l’animale, erano preoccupate che si comportasse in un certo modo, ne limitavano i movimenti o il bisogno di esplorazione o la curiosità, altre invece non erano molto connesse con il proprio cane, magari stavano al telefono, erano centrate sui propri pensieri, oppure semplicemente erano disconnesse dal presente, immerse forse nelle preoccupazioni del momento.
In questo particolare periodo storico, noi esseri umani, ci muoviamo spesso tra questi due poli: un eccesso di controllo e un eccesso di distrazione, in entrambi i casi la relazione è in difficoltà e il cane, come notava Romina, cerca di mandare messaggi non verbali per rimodulare l’attenzione, per aiutare la persona a riportare il focus sul presente, ma spesso lo sforzo del cane è senza risultato.
In sintesi sia che abbiamo la testa in altro (distrazione), sia che vogliamo far fare al cane qualcos’altro da quello che sta facendo (controllo), in entrambi i casi non siamo sul presente, non siamo in relazione profonda reale con il cane.
Il cane è un maestro per noi della connessione col presente, egli sa stare meglio di noi nell’attimo presente e se lo ascoltiamo, lo percepiamo, ci aiuta moltissimo a riconnetterci con la meraviglia infinita del presente.
Abbiamo quindi insegnato alle partecipanti del corso due tecniche, per migliorare il focus sul presente e sul cane e la situazione è completamente mutata. La centratura sul proprio corpo e sull’attimo presente ha permesso di essere più connesse con sé stesse e di conseguenza anche con il cane.
La scelta del cane
Nei momenti di condivisione delle emozioni sono però emerse le cose più interessanti innanzitutto la scelta del cane avviene spesso con modalità compensatoria, un momento di particolare sofferenza come una depressione, un lutto, un’insoddisfazione affettiva o semplicemente la liberazione di uno spazio affettivo, come per esempio un figlio che diventa grande, un genitore che muore, lasciano spazio per l’ingresso in famiglia dell’amico cane. La scelta della razza inoltre anch’essa è dettata da criteri affettivi, perché magari è la razza del cane con cui si è cresciuti, oppure è mossa da un criterio estetico, perché ci piace quel tipo di cane.
Le caratteristiche del cane che adottiamo non sono mai casuali, come non sono casuali le caratteristiche del partner umano, che scegliamo, spesso completano e compensano aspetti di personalità e abilità emotive della persona, per esempio un cane da caccia che ha bisogno di movimento può capitare ad una persona che sta attraversando un momento di immobilità a livello psichico perché affetta da una forma depressiva, un cane da gregge che è programmato geneticamente per tenere insieme le pecore subentra in una situazione familiare in cui c’è bisogno di unione e di vicinanza o ancora un cane socievole che capita a una persona che tenderebbe a desiderare un rapporto simbiotico esclusivo e che invece avrebbe veramente bisogno di sperimentare delle piacevoli relazioni sociali.
Il cane arriva a noi portandoci una potente compensazione che ci mette in discussione, la sfida è accogliere “il diverso” che il cane ci porta, lasciarci condurre dalle sue caratteristiche e dal suo istinto, così facendo attiviamo un processo terapeutico per noi stessi, mentre permettiamo al cane di essere sé stesso, entrambi ampliamo le nostre capacità, accogliamo proposte che da soli faremmo fatica a sperimentare.
Quando il controllo è eccessivo.
Quando invece il controllo è eccessivo, la persona tende a non vedere il nuovo e il diverso che il cane porta, tende piuttosto a controllare i suoi comportamenti, talora anche a non comprenderli (o semplicemente non ne ha coscienza) e a limitarne la natura istintiva, ciò può essere un problema, sia per il cane che va in sofferenza, ma anche per la persona rischia di stressarsi nel rapporto col cane e non si apre ad una nuova prospettiva che sarebbe salutare per un nuovo equilibrio emotivo di entrambi.
L’utilizzo dell’ipnosi per migliorare la relazione profonda col cane
Attraverso una tecnica di ipnosi esplorativa guidata, le partecipanti hanno lavorato sulla loro relazione inconscia con il loro cane. Il subconscio ha un linguaggio molto diverso da quello con cui ci esprimiamo in uno stato di veglia, parla per immagini, per simboli, per ricordi ed esperienze sensoriali e emotive. Su questo livello abbiamo rinsaldato il legame con il cane, in alcuni casi risanato dei traumi da lutto, in altri riportato alla luce dei materiali utili per l’elaborazione cosciente che potrà avvenire nelle settimane successive al lavoro, magari attraverso i sogni notturni o anche nell’esperienza di relazione con il cane.
Dopo quest’attività di profonda esplorazione dell’inconscio, abbiamo osservato com’era cambiata l’interazione con i cani. I cani erano evidentemente spiazzati dal nuovo “mental set” della loro compagna umana. Il controllo abituale sul cane era infatti completamente allentato, ma con le indicazioni di Romina, le ragazze sono tornate sul cane ma con un assetto molto diverso rispetto a quello iniziale, in cui gli eccessi di controllo o di estraneazione non esistevano più, c’era sicuramente una maggior armonia, una presenza nella relazione molto più soddisfacente, tutte le ragazze avevano una mimica rilassata, sorridente e gioiosa, completamente diversa dall’inizio della giornata.
Il cane ha un enorme potere terapeutico per noi esseri umani, di riequilibrio psico-emotivo, solo se siamo disposti ad entrare in vera relazione con lui, in una presenza consapevole con noi stessi, in un ascolto autentico, attento e accogliente, senza imporgli i nostri schemi o estorcergli i nostri bisogni, nel rispetto della sua realtà e della sua genetica, oltre la prigione delle illusioni e delle idealizzazioni in cui ci infiliamo sempre più spesso, forse perché in questo mondo viviamo un senso collettivo di disagio e di estraneazione, come se non fossimo più a casa nostra.
Cosa è successo dopo un mese dal corso
Dopo un mese dall’esperienza abbiamo chiesto un feedback alle ragazze che ci hanno inviato questi pensieri, in cui si evince che si è sviluppata una consapevolezza maggiore rispetto a prima, sia del proprio livello di tensione-rilassamento sia anche del rapporto con il cane. Siamo veramente felici di questo risultato, l’idea di aver mostrato una prospettiva nuova nella relazione con il proprio cane, è un passaggio centrale nel percorso di crescita personale: ci mostra come potremmo rendere tutte le relazioni più semplici e piene di gioia. Queste sono le testimonianze delle ragazze che hanno partecipato:
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Ciao a tutte, per me è stata un’esperienza bellissima da ripetere sicuramente, secondo me servirebbe a tante persone, io ogni tanto provo ancora il discorso del respiro ma non è facile, mi sento più in sintonia però con Emma, ma meno con il marito non so perché…ho notato questa cosa…
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Ascoltare, osservare, entrare in sintonia con sé stessi e con gli altri entrando in relazione con il nostro cane, con la natura in generale, con quel difficilissimo “non verbale” che ci avete fatto provare, esperienza bella e coinvolgente. grazie.
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Quel sabato è stato molto costruttivo per me con Maya e ho fatto tesoro della respirazione. È stata una bella esperienza anche mettermi a confronto con voi.
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La giornata trascorsa insieme è stata un’esperienza molto forte, sotto tutti i punti di vista. Posso dire che mi ha fatto riflettere su come affrontiamo la vita, nel senso che il mondo animale (in questo caso quello canino) ha tanto da insegnarci. Dovremmo rallentare e vivere in modo più “sensibile”, meno duro con noi stesse e con gli altri. Mi è piaciuto molto la condivisione delle emozioni che abbiamo provato durante la meditazione. Tutte noi abbiamo dimostrato che la relazione donna-cane non è casuale, ma il frutto di cose, eventi e/o mancanze varie. Con questo incontro ho capito che il nostro cane è un po’ il nostro angelo, la nostra anima. Grazie Romina e Manuela per questa opportunità meravigliosa.
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La giornata trascorsa insieme è stata meravigliosa. Sono riuscita a liberare mente e ansia e ad entrare più in contatto con Charlie che, nel pomeriggio, ho sentito più in sintonia. Ora nel quotidiano faccio fatica a mettere in pratica la respirazione. Prevale la mente e le sue critiche.
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L’esperienza fatta è stata molto interessante, sia per me personalmente che fra me e Max, ho imparato a relazionarmi con lui con più attenzione, verso di lui, ho imparato ad osservare meglio lui, e mi son regalata del tempo, per rilassarmi e godermi meglio il tempo fra me e lui, più sereno. E non è poco. Poi mi è rimasto il confronto emozionale che c’è stato fra tutte noi, che quello mi ha lasciato un bel bagaglio, mi ha fatto riflettere anche sui vari pensieri delle altre super donne che c’erano lì con me…calcolando che eravamo sconosciute, ma ognuna di noi si e” messa a modo proprio in discussione e alla prova, senza paura di nessun giudizio, questo è ciò che mi è rimasto; poi il mettersi a nudo emozionalmente con Emanuela e Romina, i vari consigli e le letture da due esperte, in due fronti a me cari. Consigliatissimo. rinnovo il GRAZIE, È un connubio da coltivare, ottima pensata
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Ho rinforzato il legame con Amber, mi sono tornati utili gli esercizi di respirazione, ho spiegato la cosa anche a mio figlio che a volte si fa prendere dall’ansia ed hanno aiutato anche lui. Quel giorno è stato un insieme di molte emozioni forti, consapevolezza su cose che non mettevo a fuoco. Sono felice di quella giornata, ho avuto un momento di crisi sul finale, ma mi ha fatto bene! A presto!
Conclusione
Queste le testimonianze parlano da sole e ci rendiamo conto che sia solo l’inizio di un mondo meraviglioso da esplorare. Il nostro rapporto col cane e con noi stesse può cambiare considerevolmente se diventiamo consapevoli dei meccanismi automatici che ci animano e se riusciamo a vedere altre prospettive.
Grazie a tutte le creature che hanno partecipato e che parteciperanno alle future edizioni, che siano persone o cani siamo tutti un po’ angeli gli uni per gli altri, ma purtroppo ancora non ne abbiamo piena coscienza.
Emanuela Pasin e Romina Secco
Per info sulle prossime edizioni Tel.349.5531523 (Romina Secco)
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