Un maschile equilibrato

Il maschile negli ultimi anni si sta evolvendo, anche se questa evoluzione è poco evidente, sta avvenendo dal basso, dagli uomini normali e consapevoli che vogliono avere una vita migliore, funzionare sia nel lavoro che nelle relazioni sentimentali. Il resto del mondo maschile quello manifesto, quello al potere che arraffa, quello arrivista negli affari, quello dei maestri che sano tutto, quello di chi uccide le proprie compagne o ex compagne perché si sente abbandonato  (come se fossero bambini indifesi anziché adulti) che uccide per gelosia, quel mondo è ancora legato fortemente ad una concezione di padre-padrone che si sta sgretolando e che non regge più il passo con l’evoluzione delle coscienze dell’uomo. Il modello paternalistico di padre-padrone, è purtroppo ancora molto radicato nella cultura occidentale e soprattutto in quella italiana. Un tempo il modello era unico e la maggior parte degli uomini si attenevano a quei comportamenti stereotipati che vedeva nei propri genitori e nei propri nonni, ora non basta più scimmiottare un modello di marito e di padre, occorre essere l’uomo che si è dentro, esprimersi per come si è, realizzare le proprie capacità, il proprio carattere, trovare nuovi modi e nuove soluzioni, occorre usare al meglio se stessi sia nel lavoro che negli affetti, occorre, in altri termini, sempre più ascoltarsi ed essere consapevoli delle proprie capacità e dei propri limiti.

Il modello del padre padrone non solo è morto e sepolto, ma quando rimane attivo nel maschio, è addirittura inefficace perché è solo una maschera che copre un maschile che non si ascolta e che ha un profondo senso di inferiorità, di inadeguatezza, una profonda paura di essere se stesso e che forse non ha avuto un modello affettuoso e protettivo di padre a sua volta, ma che ha la possibilità di  diventare l’uomo, il marito, il padre che avrebbe voluto essere per sé stesso. Non avendo un padre affettuoso, presente e protettivo e che ti aiuta ad incontrare il mondo, il figlio maschio si attacca alla madre in modo eccessivo, come unica fonte di affetto e sopravvivenza, e qui iniziano i guai, poiché se la madre è sufficientemente equilibrata aiuta il figlio a diventare autonomo, se è anch’essa infelice, crea un legame di dipendenza o di evitamento con il figlio che è uno dei più pericolosi che esistano per lo sviluppo affettivo di un bambino.

L’uomo equilibrato non ha una dipendenza morbosa dalla figura femminile, né tanto meno la vive come un pericolo. La madre quindi, se è sana, lascia che il bimbo prima e il ragazzino poi, esplori il mondo, che viva le sue doti, che sperimenti, lo sostiene, gli dà fiducia e lo incoraggia, lo ama e lo nutre di tutto ciò che gli serve per far di lui un uomo, inietta in lui una sicurezza affettiva che gli permetterà di evolvere come uomo in tutti i campi. Questa sicurezza se viene fornita al piccolo da entrambi i genitori diventa una forza per la personalità che si sta formando.

La maggior parte delle madri mantiene un legame di dipendenza finché serve, finché il bimbo è piccolo e ne ha bisogno, poi lo aiuta ad affrancarsi da lei, anche i mammiferi lo fanno, pur non avendo i lobi cerebrali sviluppati come i nostri.

C’è una naturale dipendenza del bambino dalla madre, è inevitabile, l’essere umano, più di ogni altra creatura nel pianeta, è fragile e non può sopravvivere molto tempo se lasciato solo. Ma quando un uomo è adulto occorre che affettivamente sia maturo, a volte invece capita che sostituisca inconsapevolmente la figura materna con la donna-mamma, continuando un rapporto di dipendenza: lei lo accudisce e lui è centrato completamente sul lavoro, fuori casa, la sua energia psichica non è ben distribuita, è orientata solo sul lavoro, sulla carriera o sul sociale all’esterno, la vita affettiva è completamente delegata al femminile. In una relazione di coppia cosi, se l’uomo non si confronta,  da molto per scontato, non dialoga, non osserva, non si diverte, non fa esperienze belle insieme alla sua donna, non si trovano insieme soluzioni creative ai problemi, allora questa relazione affettiva diventa un automatismo e piano piano si riduce anche il desiderio, non solo quello sessuale, ma anche di vedersi e passare del tempo insieme. Ogni rapporto d’amore va alimentato con il sentimento e con la partecipazione concreta, l’ascolto, il dialogo, il desiderio.

Personalmente credo nell’equilibrio della psiche e della natura, credo che maschio e femmina abbiamo abilità psichiche e fisiche molto diverse e meravigliose, se il maschile torna a vivere più a contatto con i propri sentimenti e diventa più equilibrato usando non solo la logica che uccide, che fa soldi, che distrugge, che produce emozioni stimolanti, ma anche l’emozione che comunica e che sente, avremmo tutti una vita migliore, più semplice, più bella, più armonica ed equilibrata. Fortunatamente molti maschi ora hanno una sensibilità tale da superare un modello patriarcale di maschile e sono coloro che riescono a realizzare la loro natura, le loro aspirazioni e ad avere buone relazioni affettive e sociali ed essere creativi nel lavoro.

Infatti cosa sta succedendo in questi momenti di crisi economica, politica, etica? Quando i maschi legati troppo al vecchio modello perdono il potere si accaniscono contro le donne, o contro sé stessi suicidandosi (sono aumentati gli omicidi di donne e i suicidi di maschi disoccupati o con problemi lavorativi) se hanno puntato il loro valore solo sul ruolo, sul potere, sul denaro e sul lavoro hanno costruito la loro identità sulla sabbia, non hanno sviluppato una stabilità, un’autostima affettiva tale da poter rigenerarsi, non sono a contatto con il sentimento dentro di loro, cioè il loro lato femminile sano, non vivono intensamente con le loro compagne non le ascoltano, si irritano con loro magari perché sono lamentose, o non fanno sesso, come se fosse qualcosa di meccanico e non un atto sacro di condivisione e di estasi emotiva, non stanno con i propri figli, non parlano loro di sé stessi, non li conoscono emotivamente, non passano del tempo con loro a condividere delle esperienze, non raccontano le loro storie, portano solo a casa il denaro, non conoscono più il valore sacro della vita affettiva. Questo è tristissimo, credo che se i maschi si allontanano dalla loro anima autentica e dalla loro capacità di sentire e di ascoltarsi sono infelici.

La donna né esce anche lei più indebolita da questo maschile infelice e falsamente potente, affaticata, a volte anche arrabbiata, perché non sa più come fare a comunicare il bisogno di tutto ciò che dovrebbe essere normale anche per l’uomo.

La donna, il suo mondo interno, legato al sentire, è tutto ciò che a loro manca, ignorandola, uccidendola, pensano di averla per sempre o di liberarsene per sempre, si stanno avviando verso la loro rovina definitiva: una vita senz’anima, senza sentimenti, senza amore, e una vita cosi è una vita vana.

Io spero tanto nella rinascita del maschile perché dobbiamo salvare questo splendido mondo e realizzare l’armonia universale attraverso la condivisione profonda, il dialogo, le esperienze, l’amore per ciò che siamo e facciamo ogni giorno.

One Reply to “Un maschile equilibrato”

  1. Naturalmente non esiste un “diritto naturale”, qualsiasi presunta determinazione biologica che “giustifica”. Si tratta di una costruzione storica pura, una ideologia del potere maschile che è stato imposto, un cupo-un’ingiustizia che la gente tantas- sulla vita umana. Non è, quindi, fare un mea culpa da parte di più “buono” “selvaggio, cattivo e offensivo” per diventare più “” uomini pii. Sicuramente non andare lì la questione.

    Tra l’altro, un cambiamento nella costruzione di relazioni umane comporterebbe uguali diritti e doveri di entrambi i sessi. Saludos…

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